Carpire la memoria: il sindaco, la martire, la riscossa del collaborazionismo

Nicoletta Bourbaki
4 min readMay 6, 2024
Roberto Menia, qui ritratto alle spalle di Gianfranco Fini, in una sua famosa esibizione.

A pochi giorni dalla pubblicazione della quarta e quinta puntata della nostra inchiesta su Norma Cossetto ci è giunta notizia di un’iniziativa grottesca: il 3 maggio 2024 a Carpi è stato intitolato a Cossetto un giardino pubblico, alla presenza di una delle figure più tetre dell’estrema destra nazionalista e per volontà di un’amministrazione «progressista» il cui sindaco vanta di essere «iscritto all’ANPI dall’età di sedici anni».
È un esempio illuminante di una dinamica malata e di quanto abbiamo scritto già in tempi non sospetti, quelli in cui buona parte della sinistra istituzionale era ben lungi dal denunciare — come fa ora attraverso alcuni dei più potenti organi di informazione — il «pericolo di una svolta autoritaria» e la «censura» delle voci progressiste: la figura di Norma Cossetto è sempre stata centrale nella memorialistica dei nostalgici della repubblica di Salò, ma via via si è fatto in modo di renderla centrale anche nella religione civile della repubblica nata dalla resistenza antifascista.
Tenere insieme fascismo e antifascismo tuttavia è un gioco delle tre carte che richiede una certa dose di spregiudicatezza nel maneggiare il passato. E quel che è successo a Carpi lo dimostra in purezza: un’area verde della città emiliana viene intitolata a Norma Cossetto nel corso di una cerimonia a cui partecipa, quale ospite d’onore, l’onorevole Roberto Menia, padre del giorno del ricordo. L’intitolazione fa parte di un pacchetto di sei interventi sulla toponomastica voluti del sindaco Alberto Bellelli e dall’assessore all’urbanistica Riccardo Righi — candidato a succedergli nelle imminenti elezioni amministrative — , entrambi del PD.

Il pacchetto completo è il seguente:

Renato Crotti (Carpi 4 aprile 1921 — Modena 10 febbraio 2015), imprenditore;
Maria Bigarelli Martinelli (Carpi 14 aprile 1914 — Carpi, 3 febbraio 1991), imprenditrice;
Vittorio Saltini (Carpi, 1° Luglio 1947 — Modena, 5 Novembre 2014), fondatore e animatore della cooperativa sociale “Aliante”;
Gruppi di difesa della donna (1943–1945), organizzazione politica anti-fascista attiva nella resistenza;
Norma Cossetto (Visinada, 17 maggio 1920 — Antignana, 4 o 5 ottobre 1943) studentessa istriana trucidata da partigiani slavi;
Alberto Manzi (Roma, 3 novembre 1924 — Pitigliano, 4 dicembre 1997), pedagogo e conduttore della trasmissione RAI “Non è mai troppo tardi”.

Come si può notare, il criterio seguito è quello del “manuale Cencelli”: due imprenditori, un cooperante, un maestro, una unità femminile della resistenza e una “martire delle foibe”.
Vorremmo davvero chiedere al sindaco e al candidato sindaco se non provino un po’ di vergogna per il fatto che nel 2024, su loro iniziativa, in una città di solida tradizione antifascista viene intitolato un giardino pubblico a Norma Cossetto, la stessa Norma Cossetto a cui nel 1944 fu intitolata una brigata nera femminile.

La Stampa, 30 gennaio 1945: «[…] nel teatro della Casa Littoria è stata tenuta l’adunata delle ausiliarie della Brigata Nera femminile intitolata al nome di Norma Cossetto, trucidata nelle foibe istriane».

Sulla vicenda di Norma Cossetto e sulle fantasiose narrazioni che su di lei si sono affastellate nel corso dei decenni abbiamo pubblicato un’inchiesta in cinque puntate che, se non fossimo consapevoli di quanto li tenga impegnati l’imminente campagna elettorale, li inviteremmo a leggere con pazienza e attenzione.
Per agevolarli ne distilliamo qui i punti essenziali, con la premessa che il nostro lavoro è frutto di ricerche documentate che — ne abbiamo la ragionevole certezza — difficilmente potranno essere confutate. Lo stesso non può dirsi di quelle che portarono ad assegnare a Cossetto un’alta onorificenza della Repubblica, che oggi fa da pretesto per ogni iniziativa come quella di Carpi.

Norma Cossetto fu arrestata dai partigiani il 2 ottobre 1943 durante l’insurrezione antifascista dell’Istria, in quanto appartenente a una famiglia fascistissima di maggiorenti locali, che dopo l’8 settembre si era gettata anima e corpo nel collaborazionismo con l’occupante nazista. Diversi uomini della famiglia, a cominciare dal padre di Norma, stavano partecipando in armi ai rastrellamenti.
Fu uccisa e infoibata il 4 ottobre, assieme ad altri 25 prigionieri, dai partigiani che cercavano di sfuggire all’accerchiamento durante i massicci rastrellamenti del 2–9 ottobre (nel corso dei quali le truppe nazifasciste uccisero 2800 persone, per lo più civili).
Di tutto quanto le accadde nei tre giorni scarsi fra il suo arresto e la sua uccisione sappiamo pochissimo. Una lacuna di fonti che la narrazione di destra, nel corso dei decenni, ha riempito di leggende orrorifiche, inventate di sana pianta senza la minima base documentale.

La toponomastica ha lo scopo di rendere visibili sul territorio i riferimenti valoriali e civili di una comunità. Il sindaco in carica Alberto Bellelli nel suo curriculum dichiara di essere iscritto all’ANPI da quand’era ragazzo. Vorremmo quindi sapere quali siano, secondo lui — e secondo il suo assessore all’urbanistica nonché delfino — i valori rappresentati da una figura come quella di Norma Cossetto, e se li ritengano compatibili coi valori dell’antifascismo di cui si fregiano.
Vorremmo anche sapere cosa pensano di questa piccola storia ignobile l’ANPI di Carpi, l’ANPI provinciale di Modena e l’ANPI nazionale.

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Nicoletta Bourbaki

Nicoletta Bourbaki è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete e sulle false notizie a tema storico, nato nel 2012 su Giap.