I falsi storici a scuola grazie alla Regione Veneto
Il fumetto “Foiba Rossa” ed il suo inaccettabile uso didattico
Nella terza puntata della serie Gli incontrollati fantasy su Norma Cossetto ci siamo occupati del fumetto Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana, pubblicato nel 2018 da Ferrogallico, casa editrice dell’area dell’estrema destra. Si tratta di un prodotto editoriale che da ogni punto di vista lo si consideri si caratterizza per sciatteria. Ma non mancano precise falsificazioni: a pagina 63 viene presentata una scena completamente inattendibile e manipolatoria. Gli autori presentano un’inesistente riunione tra comunisti croati in cui si sarebbe deciso di creare un regime comunista in Istria ad ogni costo. Al di là dei numerosi errori nel testo in serbocroato, la manipolazione suggerisce un progetto di persecuzione anti-italiana non suffragato da alcuna fonte. Fortunatamente l’autore stesso, che evidentemente non aveva molta fantasia, indica inconsciamente la portata del falso attraverso i propri disegni:
La vignetta ricalca infatti la celebre foto che ritrae la prima riunione completa del politburo del Partito comunista jugoslavo sull’isola di Vis nel 1944. La collocazione della scena in un’improbabile caverna di Zagabria retrodatata all’«estate del 1943», serve a suggerire che le foibe istriane siano state la conseguenza di una decisione presa al vertice (localizzato nientemeno che nella capitale croata, la quale nel periodo indicato era sotto il ferreo controllo degli Ustaša), da Josip Broz Tito in persona, il «boia degli italiani» nella vulgata revanscista.
Per la Regione Veneto, che ha deliberato l’acquisto di un gran numero di copie del fumetto per distribuirle nelle scuole medie, queste manipolazioni non sono evidentemente un problema, anzi. Come abbiamo scritto, il fumetto “Foiba Rossa” costituisce «una sorta di anello di congiunzione tra Foibe rosse di Frediano Sessi e il film Red land — Rosso Istria», che la stessa Regione si è impegnata a co-finanziare e promuovere. Nella pellicola non compare Tito come nel fumetto, ma i “cattivi” della storia — i partigiani comunisti croati — vengono ossessivamente e anacronisticamente chiamati “titini”, a rimarcare il medesimo concetto.